“Secondo i commenti su Il manifesto”
L’inchiesta Udu: “Gli atenei non sono luoghi sicuri”
Le università italiane non offrono un ambiente sicuro, soprattutto per le donne. A rivelarlo è il sondaggio nazionale promosso dall’Unione degli Universitari (Udu) all’interno del progetto La tua voce conta, presentato ieri alla Camera dei Deputati.
I dati sono allarmanti: quasi la metà degli studenti considera i docenti i soggetti più pericolosi. Inoltre, il 37% dichiara che lo studio del professore “non è un luogo sicuro”.
Le testimonianze degli studenti
Il report raccoglie anche frasi e testimonianze dirette che fanno emergere la gravità della situazione.
Alcuni esempi:
- «Con quel visino può fare la escort».
- «Sono stata più volte toccata dal mio relatore della tesi».
Parole e comportamenti che non sono episodi isolati, ma segnalano un clima diffuso di molestie, ricatti e abusi di potere.
Un problema strutturale
«Le violenze e le molestie di genere non risparmiano i luoghi della formazione. Sono un problema strutturale del Paese» afferma Camilla Piredda, coordinatrice nazionale dell’Udu.
L’inchiesta nasce lo scorso 11 febbraio, dopo il grave caso di molestie emerso all’Università di Torino. Da lì la decisione di raccogliere dati e voci degli studenti a livello nazionale, con l’obiettivo di rompere il silenzio e dare strumenti concreti per affrontare il fenomeno.
Cosa chiedono gli studenti
L’Udu chiede misure chiare e immediate per contrastare le molestie negli atenei:
- procedure di segnalazione trasparenti e sicure;
- organismi indipendenti di tutela;
- formazione obbligatoria contro le discriminazioni;
- spazi di ascolto dedicati agli studenti.
«La paura e la solitudine non devono più essere la regola» conclude Piredda.
Un appello alla politica
Il report non si limita alla denuncia, ma chiede al Parlamento e al Ministero dell’Università un impegno concreto. Servono risorse, leggi e controlli affinché l’università diventi davvero un luogo di crescita e non un terreno di ricatto e violenza.
Leggi la notizia completa Ilmanifesto: La mala università, ricatto su violenze e molestie di genere | il manifesto
Elena
Finalmente qualcuno parla di quello che tante studentesse vivono in silenzio. È vergognoso che i luoghi della formazione diventino spazi di paura.
Giorgio
I dati sono gravi, ma non mi sorprende. In Italia il tema delle molestie è sempre stato sottovalutato, soprattutto dentro le università.
Valentina
Da studentessa mi sento toccata in prima persona. Lo studio del professore dovrebbe essere un luogo sicuro, non un incubo.
Andrea
Attenzione però a non generalizzare: non tutti i docenti si comportano così. Ma servono controlli seri e procedure chiare.
Claudia
La testimonianza “con quel visino può fare la escort” fa rabbrividire. Questa non è solo maleducazione, è violenza verbale e psicologica.
Marco
Sono convinto che servano più sportelli di ascolto e psicologi negli atenei. Molti studenti non denunciano per paura di ritorsioni.
Federica
Brava l’Udu a portare avanti questa indagine. Senza i numeri ufficiali si tende sempre a minimizzare il problema.
Simone
La politica deve intervenire subito. Non basta indignarsi: servono leggi, fondi e punizioni reali per chi abusa del proprio ruolo.