“secondo quanto riferisce Rai – Radiotelevisione Italiana“
Un episodio senza precedenti ha scosso l’Università di Torino: 67 studenti del corso di storytelling, tenuto dal professor Alessandro Perissinotto, risultano indagati per aver tentato di superare un esame in modo fraudolento.
L’episodio è emerso durante l’appello di gennaio, quando il docente ha notato comportamenti anomali. Diversi studenti sembravano immobili davanti al computer, senza digitare nulla, nonostante la prova richiedesse interazioni costanti. Insospettito, Perissinotto ha chiesto verifiche agli uffici informatici dell’ateneo, che hanno confermato la presenza di accessi da remoto non autorizzati alla piattaforma Moodle.
Come funzionava il sistema illecito
Secondo le indagini preliminari della polizia postale, gli studenti avrebbero condiviso le proprie credenziali con soggetti esterni, incaricati di completare la prova al loro posto. Un’ipotesi alternativa parla di manipolazioni della piattaforma per ottenere in anticipo le risposte corrette.
In entrambi i casi, il meccanismo rappresenta una violazione grave delle regole accademiche e delle norme di sicurezza informatica. L’esame incriminato prevedeva 30 domande a risposta multipla caricate su Moodle, un sistema adottato proprio per garantire imparzialità e trasparenza.
Un campanello d’allarme per il mondo accademico
La scoperta della frode non solo mette in difficoltà i 67 studenti coinvolti, ma solleva anche un interrogativo più ampio: fino a che punto la tecnologia, pensata per favorire la didattica digitale, può diventare uno strumento di inganno?
Mentre le indagini proseguono, il caso ha aperto un dibattito sulla necessità di sistemi di controllo più rigorosi e di una maggiore educazione alla responsabilità accademica.
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Torino R
È assurdo pensare che così tanti studenti abbiano preferito barare invece di prepararsi. Questo episodio danneggia la credibilità dell’Università di Torino e soprattutto di chi studia onestamente.
Giulia M
Non mi stupisce più di tanto. La didattica online ha tanti vantaggi, ma senza controlli seri diventa facilissimo imbrogliare. Serve un ripensamento delle modalità d’esame.
Robenzino Toro
Complimenti al professor Perissinotto per aver avuto il coraggio di denunciare. Non tutti i docenti avrebbero agito con tanta determinazione.
Elena Fair
67 studenti su 200? Significa che più di un terzo ha provato a fregare il sistema. È un dato che fa paura. Non si tratta più di “furbetti”, ma di un problema culturale.
Davide cas
Trovo grave che abbiano condiviso le credenziali. È come dare le chiavi di casa a un estraneo! La sicurezza informatica nelle università va rafforzata.
chariza
In parte la responsabilità è anche degli atenei. Gli esami online sono spesso poco controllati. È ovvio che qualcuno cerchi scorciatoie, ma le conseguenze devono essere severe.
Alessio maxin
La tecnologia può essere utile, ma non deve sostituire il merito. Se studiare non serve più a nulla perché c’è chi bara, allora l’intero sistema universitario perde senso.
Barbara
Io frequento la stessa università e mi vergogno di questi comportamenti. Spero che gli studenti onesti non vengano penalizzati da questa brutta vicenda.