“Secondo quanto riportato dall’ANSA”
L’Università Telematica Pegaso è finita al centro di un’indagine aperta dalla Procura di Napoli. I magistrati accusano alcuni dirigenti dell’Ateneo di corruzione.
Chi sono gli indagati
Tra le persone coinvolte figurano il presidente Danilo Iervolino, il direttore generale Elio Pariota e la responsabile marketing Maria Rosaria Andria. Gli inquirenti hanno inserito nel registro anche il vice prefetto Biagio Del Prete, all’epoca capo della segreteria del Miur, insieme a diversi professionisti esterni. L’avvocato Francesco Fimmanò, direttore scientifico della Pegaso, rientra tra gli indagati.
I sospetti della Procura
Secondo gli investigatori, per ottenere vantaggi fiscali simili a quelli delle università statali, alcuni dirigenti avrebbero offerto utilità a pubblici ufficiali. L’attenzione si concentra su un articolo della legge di Bilancio 2020. Questo emendamento introdusse un regime tributario favorevole alle università private. La Procura analizza anche il nullaosta ministeriale che autorizzò la trasformazione della Pegaso in società per azioni.
Le perquisizioni e il ricorso
La Guardia di Finanza ha eseguito diverse perquisizioni negli uffici e nelle abitazioni degli indagati. Una di queste, condotta nei confronti di Fimmanò, è stata dichiarata illegittima dal Tribunale del Riesame dopo il ricorso presentato dallo stesso avvocato.
Le possibili conseguenze
L’inchiesta non ha solo risvolti giudiziari. Potrebbe avere effetti sull’immagine dell’Università Pegaso, considerata un modello di formazione online cresciuto rapidamente in Italia e all’estero.
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